La questione delle concessioni balneari è al centro dell’attenzione del governo, che sta valutando diverse opzioni per garantire una gestione equa e trasparente delle spiagge. Attualmente, si sta considerando una possibile estensione delle concessioni esistenti per un periodo di un anno, in attesa di una riforma più ampia.
Tuttavia, le possibilità di intervento da parte del governo sono limitate e l’ipotesi di una proroga, anche parziale, sembra essere al momento rischiosa e complessa. L’obiettivo sarebbe fornire un periodo transitorio per affrontare l’attuale incertezza legale, ma tale estensione dovrebbe essere parte integrante di una riforma più ampia, che potrebbe includere la definizione di gare per tutte le spiagge a partire dal 2025.
Questa riforma mirerebbe ad introdurre clausole sociali e criteri di valutazione che favoriscano le piccole e medie imprese, ma la sua negoziazione con l’Unione Europea si prospetta difficile, considerando gli attuali vincoli e l’eventualità di sanzioni. Inoltre, c’è una sfida nel cercare un compromesso con una Commissione europea che non mostra molta flessibilità riguardo agli interventi italiani.
Va notato che, in una decisione recente, la Commissione ha chiuso una procedura di infrazione contro il Portogallo, il quale ha eliminato un particolare diritto di preferenza nelle concessioni. Tuttavia, non è garantito che questa decisione possa influenzare positivamente l’andamento dei negoziati italiani, data la complessità delle questioni normative e degli approcci adottati.
In sintesi, la situazione delle concessioni balneari richiede una soluzione che tenga conto sia degli attuali concessionari che delle esigenze normative europee, ma trovare un accordo equo e soddisfacente risulta un compito tutt’altro che facile, considerando i vincoli e le divergenze in atto.”