Investimenti e Incentivi Fiscali nel Contesto della Transizione 5.0: Analisi e Prospettive
Nel panorama normativo attuale, i crediti di imposta derivanti dall’iniziativa “Transizione 5.0” sollevano interrogativi sul periodo di validità degli investimenti compresi tra il 1° gennaio e il 1° marzo 2024. La recente approvazione in prima lettura da parte della Camera ha portato modifiche all’articolo 38 del Decreto Interministeriale 19/2024, ma permane l’incertezza riguardo alla tempistica precisa della disposizione agevolativa, inclusa la scadenza per il completamento degli investimenti entro il 2025. Questa complessa serie di comunicazioni, necessarie per monitorare i crediti d’imposta assegnati alle imprese, rischia di compromettere la tempestività nell’adempiere agli obblighi richiesti.
L’articolo 38 del DI 19/2024 introduce un nuovo regime agevolativo per gli investimenti aziendali effettuati nei bienni 2024 e 2025 in beni materiali e immateriali caratterizzati dall’innovazione 4.0 e interconnessi, al fine di conseguire una riduzione dei consumi energetici secondo specifici parametri definiti dal comma 4 della normativa. Oltre agli investimenti stessi, il comma 5 dell’articolo estende l’incentivo ad altre iniziative, quali l’acquisto di beni per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, e le spese per la formazione personale nell’ambito della transizione digitale ed energetica.
Le agevolazioni previste includono percentuali di credito d’imposta e limiti di spesa agevolabile più favorevoli rispetto a quelli stabiliti per gli investimenti 4.0 nello stesso periodo. Tuttavia, è importante notare che le due misure non sono cumulabili.
Se viene raggiunto il livello minimo di riduzione dei consumi energetici (3% per la struttura produttiva o 5% per i processi interessati dall’investimento), i crediti d’imposta variano dal 35% fino a 2,5 milioni di spesa, al 15% tra 2,5 e 10 milioni, fino al 5% tra 10 e 50 milioni. Per risparmi superiori (6% per la struttura o 10% per i processi interessati dall’investimento), le percentuali aumentano rispettivamente al 40%, 20% e 10%, raggiungendo fino al 45% per riduzioni di consumi del 10% o del 15%. Anche in questo caso, le percentuali variano per i tre scaglioni di investimento.
Tuttavia, permangono dubbi riguardo al periodo temporale di validità delle disposizioni. La norma, in vigore dal 2 marzo 2024, sembra contemplare solo gli investimenti effettuati nel biennio 2024-2025. Tuttavia, resta ambiguo se possano beneficiare del regime agevolativo anche gli investimenti compresi tra il 1° gennaio e il 1° marzo 2024. Un’altra incertezza riguarda la necessità che, entro il 31 dicembre 2025, gli investimenti agevolati non solo siano completati, ma anche interconnessi, il che potrebbe rappresentare una sfida temporale per le imprese.
Le formalità per accedere al bonus 5.0 richiedono il rispetto di diverse procedure, il cui dettaglio sarà definito da un decreto ministeriale atteso nei prossimi giorni. Queste includono comunicazioni “ex ante” che descrivono gli investimenti programmati e certificano la riduzione di consumi prevista, nonché comunicazioni periodiche sull’avanzamento dell’investimento e, al completamento, una comunicazione “ex post” che attesta il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tuttavia, rimane incerto se, nel caso in cui l’investimento raggiunga solo parzialmente gli obiettivi preventivati, il credito spetti ugualmente, con eventuali rideterminazioni della sua misura.
In conclusione, sebbene le misure di incentivazione offerte dalla Transizione 5.0 siano promettenti, è essenziale chiarire i dettagli operativi e temporali per garantire una corretta e agevole applicazione, consentendo alle imprese di trarne pieno vantaggio nell’affrontare sfide di transizione digitale ed energetica.